La dermatite atopica è una patologia infiammatoria della pelle non infettiva il cui esordio coincide spesso con l’età pediatrica e tende a cronicizzarsi nel tempo, anche se può andare incontro a lunghi periodi di remissione.
Molto spesso alla base di questa malattia c’è un difetto di barriera della pelle dimostrato dalla ridotta espressione di una proteina chiamata filaggrina, fondamentale per prevenire la disidratazione cutanea ed evitare l’ingresso di agenti esterni potenzialmente patogeni (ad esempio i batteri e gli allergeni).
Si caratterizza per la comparsa di chiazze eritematose (rosse) a tratti vescicolose associate a prurito intenso, soprattutto nelle ore serali. Col passare del tempo, le lesioni possono anche ispessirsi e diventare più desquamanti (questo processo è chiamato lichenificazione e spesso si associa ad escoriazioni e prurito intenso).
Le sedi tipiche sono rappresentate dalle pieghe del gomito e del ginocchio, polsi, caviglie, viso (in particolare le palpebre) e collo.
Frequentemente il paziente può presentare diverse allergie sia ad inalanti (es. acari della polvere, graminacee, pollini di svariate piante, etc) che ad alimenti (es. nocciole, crostacei, kiwi, etc) per cui risulta molto utile eseguire uno screening con i RAST per IgE specifiche.
A volte i pazienti affetti da dermatite atopica possono presentare anche una sensibilizzazione da contatto, specialmente verso il Nichel, che può essere valutata tramite l’utilizzo dei Patch test.
Da un punto di vista terapeutico, resta fondamentale come prima linea terapeutica l’utilizzo di creme idratanti ad alto potere liporicostituente associate ad adeguate misure di prevenzione (evitare il contatto con gli allergeni, evitare di utilizzare detergenti aggressivi, utilizzare cuscini anti-acaro, etc). Nelle fasi acute della malattia sarà fondamentale il consulto col medico dermatologo per poter impostare la corretta strategia terapeutica che va attentamente modulata sulla base del singolo paziente.